Giro del Similaun in un giorno in e-mtb


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Ho fatto il giro del Similaun più volte, in uno o più giorni e con tanti tipi di bici, mi mancava ancora di farlo con una e-bike. I problemi per farlo con questa mtb sono principalmente due: il primo è la durata della batteria, che nel mio caso è normalmente intorno ai 3000 m/d, mentre qui bisogna farne 5000. Il secondo è che ci sono dei tratti di portage, e mettersi in spalla una bici da 24 kg, più 5 di zaino non è proprio il massimo.
Il primo problema l’ho risolto abbastanza facilmente, portandomi dietro il carica batteria e fermandomi per tre volte per circa tre quarti d’ora a volta a ricaricare, mentre mi riposavo e mangiavo qualcosa di buono! Naturalmente questo allunga i tempi di percorrenza, che sono da calcolare.
Il secondo problema invece, rimane anche se solo in parte. Infatti, mentre 11 anni fa il portage era molto più lungo, dovendo passare sul ghiacciaio per arrivare ai 3019 m. del rifugio Similaun, oggi il ghiacciaio si è (purtroppo) completamente sciolto e i tratti pedalabili sono di sonseguenza aumentati di molto, rimangono non più di 150 m/d da superare con la bici in spalla o a spinta. Anche il fatto di avere una e-mtb, aiuta a passare dei tratti ripidi o tecnici che con una mtb normale non si riuscirebbero a fare.
Decido perciò di affrontare anche questa nuova sfida e alle 5 di mattina parto da Moso in val Passiria. Un’ora di pedalata al buio e un’ora all’alba (fantastico fare il passo del Rombo senza traffico) epoco dopo le 7 sono al passo. Naturalmente, per consumare il minimo di batteria, dovrò pedalare tutto il giorno in eco.
La giornata è splendida e mi tuffo sull’impegnativo sentiero in discesa fino a Zwieselstein. Da qui si risale su asfalto fino ai 1900m di Vent.
Sono le 9 e ho già fatto i primi 2000 metri di dislivello. Mi fermo nell’unico bar aperto, anzi non è ancora aperto, ma la simpatica barista mi prepara lo stesso un cappuccino e ricarico un pò la batteria.
Prima delle 10 riparto, arrivo su forestale ai 2500 del rifugio Martin Busch e qui comincia il bello, si sale su sentiero fino a 3000 metri. Pedalabile la prima parte, dura la seconda, con una mezz’ora di bici in spalla, ma ci sono abituato e poi la motivazione fa fare questo ed altro!
Arrivo al Similaun, il rifugio è strapieno di gente vista la fantastica giornata, e qui salta fuori la mia “orsaggine”, rifuggo da questa vista da lungomare di Rimini e non mi fermo neanche un minuto, per me l’alta montagna è altro, comincio la lunga discesa sul tecnico sentiero che non lascia un attimo di respiro fino in val Senales. Goduria!
Sono le 14 e prima di cominciare l’ultima risalita al passo (ex) Gelato mi fermo per ricaricare le batterie della bici e le mie, visto che ormai ho superato i 3200 m/d!
La prima parte è durissima al 20% su asfalto, con il caldo che mi sfianca. Dopo un’ora arrivo alla fine della strada asfaltata e mi fermo per l’ultima sosta al maso, un bel piatto di canederli per me e una presa per la bici!
Alle 16.30 valuto che la batteria ha un livello di carica sufficente per fare gli ultimi 1500 di dislivello, riparto, sono in vantaggio di un’ora sulla tabella di marcia che mi ero fatto e mi sento ancora bene. Un’oretta di dure rampe e sono al maso Gelato, adesso comincia il sentiero militare fino in cima.
Da fresco, riesco a pedalarlo quasi tutto anche con una bici normale, ma adesso non sono certo fresco e allora il motore, pur tenuto al minimo, mi da quel piccolo aiuto per superare anche gli ostacoli più impensati, fantastico. Ammirando il meraviglioso panorama, alle 19.15, quasi al tramonto, sono ai 2900 metri del passo Gelato. 4900 metri di dislivello fatti, gli ultimi 100 più avanti con un paio di piccole risalite.
La tensione si stempera, scatto l’ultima foto, mi cambio e mi butto sull’ultimo sentiero godurioso con l’ultima luce. Arrivo in fondo che comincia a fare buio, accendo le luci e via sulla strada fino a Moso in Passiria.
110 km e 5000d+, anche questa nuova sfida, da (prima de) ll’alba a (dopo i) l tramonto, è vinta.
E la bici elettrica che, per chi non lo sa, deve essere pedalata dal primo all’ultimo minuto, è un divertimento unico!

Grazie alla mia splendida Bulls e a Sportler Merano che me la ha fornita!